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Panarea è l'isola più piccola dell'arcipelago, ed è attorniata da numerosi isolotti satellite come Basiluzzo, Lisca Bianca, e le Formiche.

Deve il suo nome alla morfologia (tutta sconnessa) anche se anticamente veniva denominata Euonymos “che sta a sinistra” per i naviganti provenienti da Lipari e diretti verso la Sicilia.
Isola tranquilla, lontana dai clamori della città tanto che la circolazione è stata interdetta alle autovetture, è dominata dalle stradine strette, dai tetti delle basse casette e dalle colorate bouganville che contrastano con l'azzurro accecante del mare.
Molti turisti ed avventori, colpiti dalla bellezza dell'isola, hanno nel tempo acquistato e ristrutturato i vecchi ruderi, costruiti esclusivamente con materiali reperibili sull'isola e caratterizzati da pareti rustiche senza intonaco per mimetizzarsi agli occhi dei pirati che infestavano le acque circostanti.

Si sbarca al porto della contrada di San Pietro, un borgo di bianche casette immerse nella vegetazione e proseguendo verso sud l'importante villaggio preistorico di Cala Junco, dove sono state ritrovate ventitrè capanne ovali in pietra risalenti all'età del Bronzo (1400 a.C.) insieme a vasellame, ceramiche, macine, mortai e pentole abbandonati come se gli abitanti dell'epoca fossero stati assaliti all'improvviso.
Al di là di Cala Junco si giunge a Drautto dove si possono ammirare grandi formazioni rocciose dette “Spine”, resti di colate laviche. Si volge così a Cala degli Zimmari per poter raggiungere in seguito il promontorio di Capo Milazzesa.

L'isola di Panarea e il piccolo arcipelago che la circonda sono la testimonianza dell'importante attività vulcanica delle numerose bocche eruttive oramai sommerse per la maggior parte. Lisca Bianca dà il nome alla sua splendida spiaggia circondata dalla roccia, frutto dell'azione delle fumarole, bolle gassose o solforose attive da millenni, ancora oggi visibili sott'acqua nell'area compresa tra Dattilo, Bottare e la stessa Lisca Bianca.

Di sicuro interesse sono lo scoglio inaccessibile di Spinazzola che ospita una colonia di rarissime palme nane e l'isola di Basiluzzo che si presenta come una cupola con pareti a picco sul mare. Qui le rocce assumono infatti le forme più strane e bizzarre e si scorgono i differenti strati di colate laviche: le bande chiare delle più recenti si alternano con quelle più scure composte di ossidiana sicuramente più antiche, esiste un unico approdo naturale da cui parte un sentiero che conduce ai resti di una villa romana appartenente ad un ricco signore dell'epoca. Oggi l'isola è disabitata ma per molti anni questa isola venne adibita alla coltivazione dei cereali.
Circumnavigando Panarea si supera lo scalo di Iditella e la spiaggia della calcara, si incontrano Punta Palisi, la Grotta del Tabacco ed infine il paradiso dei sub, lo Scoglio Pietra la Nave, resti di un antico cratere. Si giunge poi a Punta Scritta per cui la tradizione tramanda vi fossero iscrizioni, forse di pirati Saraceni.
Si susseguono tra colate laviche e prismi basaltici Punta Muzza caratteristica per l'imponente parete del Capraio, a seguire l'emozionante Cala Junco, Cala del Morto, la caletta degli Zimmari affollata dal turismo specialmente in agosto, l'insenatura di Drautto, Punta Torione, Punta Peppe Maria per ritornare nuovamente al porto di San Pietro.

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